- Nome Comune
- Famiglia
- Commestibilità
- Morfologia
- Pianta di tipo cespugliosa a foglie caduche che si sostiene ad altre piante, legnosa alla base, alta sino a 2 metri, lianosa e rampicante, ramosa nella parte medio-bassa, rami con pubescenza appressata. Foglie triangolari con picciuolo alato, le superiori composte con un segmento arrotondato su ciascun lato del picciuolo. L'infiorescenza è di tipo extra-ascellare e più o meno cimosa-ombrelliforme con diversi fiori bratteolati. Il peduncolo dell'infiorescenza è molto ramificato. Fiori 10-20 posti in cime ombrelliformi, con corolla color viola e antere gialle. Il frutto è una bacca oviode, prima verde poi rossa a maturità in autunno. Le radici di questa pianta sono ben sviluppate. Cresce nei boschi umidi, incolti, siepi, fossi, macchie fino a 1.100 m di quota Fiorisce da giugno ad agosto.
- Componenti
- Uso
- La dulcamara è una pianta considerata velenosa soprattutto lo sono le bacche. Ha proprietà sudorifere, diuretiche, antigottose, lassative, depurative e fluidificanti del sangue, leggermente ipnotiche, anafrodisiache, emollienti e tossifughe. Si usa in erboristeria per attacchi di asma, catarro, congestione bronchiale, febbre alta, influenza, raffreddore e tosse: con azione espettorante e antipiretica.
- Cucina
- Note
- Il nome è dovuto al sapore dei rametti, prima amaro e poi dolce, che venivano masticati come i rametti di liquirizia. Se scissi in modo idrolitico producono zucchero e solanidina, una sostanza narcotizzante che colpisce il sistema nervoso centrale provocando bruciore alla gola, nausea, capogiri, dilatazione delle pupille, convulsioni, debolezza muscolare, irritazione gastrointestinale, diarrea, anoressia, paralisi.
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