Caratteristiche della Specie

Nome Comune
- Elleboro nero, Rosa di natale, Rosa d'inverno, Radice d'Ippocrate.
Famiglia
- Ranunculaceae
Commestibilità
- Velenosa
Morfologia
- E' una pianta erbacea perenne, rizomatosa, cioè che porta le gemme in posizione sotterranea, dai grandi fiori bianchi, che fiorisce a inizio inverno. La parte aerea del fusto è erbacea ed eretta. Si sviluppa compiutamente solamente alla fioritura. In genere porta una o due foglie e uno scapo fiorale, generalmente con un unico fiore. Le foglie sono coriacee, verdi scure, divise in 5-9 segmenti acuti, dentati in alto. I fiori sono grandi e bianchi, sfumati di rosa. I frutti sono costituiti da follicoli rigonfi. Popola sottoboschi, arbusteti e luoghi rocciosi, tra i 300 e 1.000 metri di altitudine. Fiorisce da gennaio a marzo.
Componenti
- Ellebrina, elleboreina, protoanemonina, elleborigenina, acido aconitico.
Uso
- Tutte le parti della pianta, radici comprese, sono tossiche e altamente irritanti sia per l'uomo che per gli animali. Eliminata dall'uso medicinale, i rarissimi casi di avvelenamento dovuti all'elleboro si manifestano con vomito, diarrea, convulsioni, vertigini, visione confusa, delirio e morte per paralisi respiratoria. Indicato in caso di turbe psichiche e affezioni gravi. Per il contenuto del principio narcotico usare solo sotto diretto controllo medico. Non utilizzare la pianta per uso medicinale familiare: una forte dose può causare la morte in pochi minuti! Si è dimostrato utile in patologie molto gravi come meningiti ed epilessie. Può trovare impiego nei casi di postumi di anestesie e traumi cranici in cui il paziente stenta a riprendersi o anche nelle sindromi depressive in cui il paziente appare totalmente indifferente agli stimoli esterni e a ciò che lo circonda.
Cucina
- Nessun uso alimentare consentito. Lavare le mani al suo contatto.
Note
- L'aspetto ricorda molto quello della rosa canina. Il sapore amaro e l'odore disgustoso dissuadono generalmente dall'ingerirlo; ciononostante sono noti casi di avvelenamenti mortali di bambini anche solo per l'ingestione dei semi. Presso i popoli antichi l'elleboro era considerato un rimedio contro le malattie mentali, tant'è che grazie ad esso anche Ercole guarì dalla follia.

Helleborus niger L.

Chiudi