Caratteristiche della Specie

Nome Comune
- Finocchiaccio, Ferula, Ferla.
Famiglia
- Apiaceae
Commestibilità
- Velenosa
Morfologia
- Pianta erbacea perenne a riposo estivo, poco appariscente in inverno, mentre in primavera, alla fioritura il fusto si allunga in un alto scapo fiorale (alto fino a 3 m) che persiste a lungo sulla pianta anche quando secco. Le foglie basali sono lunghe 30–60 cm o più, con ampie guaine, più volte pennate a lacinie lineari, mucronate. I fiori sono riuniti in numerose ombrelle, la centrale a 25-40 raggi, le laterali più piccole; prima della fioritura sono avvolte dalla guaina rigonfia della foglia; i petali sono gialli. I frutti, lunghi 12–18 mm, sono diacheni appiattiti con le coste laterali saldate in un'ala. In Italia è presente nel meridione, in Toscana e in Liguria. Cresce su prati aridi, incolti fino ai 1.200 m di quota. Riesce a colonizzare ampi spazi. Fiorisce in maggio e giugno.
Componenti
- 3-metil-4-ossicumarina, un glucoside che in forma di gruppi metossilici caratterizza i componenti fondamentali dell'origine della lignina. In generale la cumarina deriva dall'acido cinnamico e suoi derivati che hanno ampia diffusione nel mondo vegetale e che vanno a rappresentare un ampio gruppo di sostanze tanniche.
Uso
- La cumarinica ha attività anticoagulante. La sintomatologia è di tipo emorragico ed è stata riscontrata in maniera più frequente in ovini, caprini bovini ed equini che si erano cibati della pianta (mal della ferula). Le foglie secche umide di rugiada, se mangiate dal bestiame, provocano emorragie interne. In genere è ben sopportata dalle capre mentre per la pecora, il cavallo ed i bovini è più pericolosa. Il rischio maggiore di intossicazione al bestiame lo si corre soprattutto quando questi pascoli-prati con ferula vengono sfalciati e usati per alimentazione.
Cucina
- Non è usata per scopi alimentari.
Note
- In Sardegna si sta riespandendo velocemente, man mano che si esauriscono gli effetti della campagna di eradicazione effettuata negli anni passati. Nella medicina popolare trovava diversi utilizzi ed era anche usata per tingere di giallo i tessuti. Impiegata in Sicilia, per la tenacità dei fusti, per costruire sgabelli molto leggeri e robusti e dai barbieri per affilare rasoi.

Ferula communis L.

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