- Nome Comune
- Famiglia
- Commestibilità
- Morfologia
- Arbusto sempreverde eretto dal legno molto duro, fusto ramoso e ingrossato alla base, chioma folta, alto da 2 ad oltre 5 metri. Radici robuste e corteccia dapprima liscia e verdognola che col tempo tende ad assumere una colorazione più chiara e sfumata. Foglie sessili o brevemente picciolate, opposte, con lamina lucida sulla pagina superiore e più chiara su quella inferiore, di forma varia, dalla ovoidale alla arrotondata. Fiori di color giallognolo, portati all’ascella delle foglie, unisessuali e di piccole dimensioni, si presentano riuniti in glomeruli col fiore centrale generalmente femminile. I frutti sono capsule coriacee di forma oblungata, dal color bruno-verdastro, portanti semi neri, bislunghi e ricchi d'albume. Si trova spontaneo nelle Alpi centro-occidentali e nell'Appennino settentrionale, nelle zone submontane e subalpine. Predilige zone aride, rocciose, prevalentemente calcaree, fino ad altitudini elevate. Fiorisce da marzo a maggio.
- Componenti
- Alcaloidi (bussina, parabussina, bussinidina, parabussinidina, bussanina, bussicina, ciclobussina, buxenone), flavoni (dihydroxy 3, 3', 6, 7 - tertamethoxyflavone e artemetina), tannini, principio amaro, resine, olio e vitamina C.
- Uso
- In medicina popolare la pianta ha proprietà depurative, lassative, febbrifuge e sudorifere. Attualmente dopo ampie conferme scientifiche è dimostrato che tutte le parti della pianta sono tossiche. La bussina è un veleno tetanizzante e l'uso incongruo di foglie, corteccia e frutti di Bosso può provocare fenomeni di avvelenamento anche mortale preceduti da fenomeni di gastroenterite iperacuta, vomito, diarrea, dolori addominali, squilibri elettrolitici e dell'equilibrio acido-base, prostazione, vertigini, crampi clonici, convulsioni, congestione polmonare e morte per asfissia dovuta a paralisi respiratoria terminale. La pianta è tossica anche per gli animali. Va inoltre segnalata la possibilità di dermatiti da contatto.
- Cucina
- Note
-
-