Caratteristiche della Specie

Nome Comune
- Bietola selvatica, Barbabietola, Bieta, Rapa.
Famiglia
- Amaranthaceae
Commestibilità
- Commestibile
Morfologia
- La bietola selvatica è una pianta erbacea perenne: le foglie sono oblungo-ovaliformi, lungamente picciolate e di colore verde lucido; i fiori sono piccoli, di colore verdastro ed inseriti in lunghe spighe; i frutti sono acheni cuspidati; la radice è a fittone e differisce dalla radice di altre biete che è ingrossata; il fusto può presentare una colorazione rossastra. La pianta assume aspetti diversi: da eretta fin quasi ad essere distesa al suolo. Ne esistono altre diverse qualità: da orto, da coste, da foraggio, destinate all'alimentazione del bestiame, quelle da zucchero. Le biete rinvenute nel territorio derivano presumibilmente da cultivar sfuggite alla coltivazione, per dissemnazione involontaria. Periodo di fioritura da giugno ad agosto.
Componenti
- Betalaine (coloranti), Acido folico, Vitamine A (foglie), B1, B2, B3, B6, C, Ferro, Sodio, Potassio, Calcio, Magnesio, Iodio, Antiossidanti, Flavonoidi, Zuccheri, Proteine, Fibre.
Uso
- Ha proprietà antianemiche, rinfrescanti, leggermente lassative. Sono rilevanti le sue proprietà rimineralizzanti. Usata per combattere la stitichezza atonica, l'anemia e l'arteriosclerosi. Le foglie cotte e macerate infine, trovano impiego sotto forma di cataplasma, nella cura di emorroidi, scottature e ascessi.
Cucina
- In cucina si utilizzano le cime e le foglie in vari modi, lesse e poi saltate in padella. Più comunemente si usano come importante ingrediente delle minestre di fave e di legumi in genere. Costituiscono anche la base per il ripieno di focacce e torte salate. Ha sapore persistente e dolce, come quello delle varietà coltivate, ma più deciso.
Note
- La bieta, o barbabietola, ha una lunga storia di coltivazione che risale al secondo millennio a.C. Le forme coltivate furono selezionate a partire da forme selvatiche presenti lungo le coste del Mediterraneo e si diffusero poi da Babilonia (dall' VIII secolo a.C.) sino all'Estremo Oriente. Aristotele e Teofrasto menzionano biete coltivate per la produzione di foglie commestibili. Nella ricerca delle specie selvatiche fare attenzione a non confonderla con la velenosa Mandragosa Autumnalis.

Beta vulgaris L.

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