- Nome Comune
- Famiglia
- Commestibilità
- Morfologia
- Pianta erbacea e perenne, dotata di un grosso rizoma dal quale si sviluppa un fusto robusto, eretto e ramificato, di altezza compresa tra i 70–150 cm. Le foglie sono semplici, picciolate, di forma ovale-lanceolata, alternate nella zona superiore a foglie più piccole; come il fusto, sono ricoperte di peli ghiandolari responsabili dello sgradevole odore emanato dalla pianta. I fiori sono ermafroditi, ascellari e penduli; presentano un calice a 5 sepali ed una corolla a 5 petali di forma campanulata-tubulosa e di colore violaceo cupo; l'androceo è composto da 5 stami con antere molto sviluppate, il gineceo da un ovario biloculare con stilo unico e stigma bifido. I frutti sono lucide bacche nere, di piccole dimensioni, contornate dal calice che si accresce aprendosi a stella. Cresce sporadica nelle zone montane e submontane fino ad una altitudine di 1.400 m di quota. Predilige i suoli calcarei e i margini di boschi freschi e ombrosi, come le faggete. Fiorisce nel periodo estivo.
- Componenti
- Uso
- Tutta la pianta è estremamente velenosa. 3-4 bacche di belladonna possono essere mortali anche per un adulto. Ha proprietà analgesiche, narcotiche, antispasmodiche. L'effetto complessivo dei componenti è parasimpatolitico / anticolinergico per via di un'inibizione competitiva del trasmettitore neuromuscolare acetilcolina del recettore. E' indicata come lenitiva antiemorroidare, negli spasmi e coliche del tratto gastrointestinale e biliare, nell'asma, dismenorrea, tremore. Nei sovradosaggi si hanno disturbi di accomodazione, secchezza e rubor dermico, tachicardia, disturbi di minzione, allucinazioni e stati spastici. Le dosi tossiche sono individualmente molto variabili. I bambini reagiscono al solito più sensibilmente degli adulti.
- Cucina
- Note
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