- Nome Comune
- Famiglia
- Commestibilità
- Morfologia
- E' pianta erbacea, perenne, alta da 20 a 40 cm, provvista di un rizoma ovoide ed un fusto, tozzo e robusto, inserito all'interno dei piccioli fogliari. Dal tubero si elevano uno scapo, generalmente breve, e diverse foglie sagittate, che si sviluppano in primavera, grandi, lucide, verdi scure, di solito con macchie brune (da cui maculatum). Lo scapo porta, protetta da una foglia a cartoccio detta spata, una infiorescenza grossa e carnosa, cioè uno spadice, con fiori femminili alla base e maschili verso l'alto, mentre la parte terminale è sterile, violacea, a forma di clava. I frutti sono bacche rosso brillanti, carnose, della dimensione dei piselli. Presente in tutta Italia ad esclusione di Puglia e Sicilia. Fiorisce da aprile a maggio, fino 1.300 m di quota, in zone ombrose, prati incolti, fossati e ai limiti delle faggete.
- Componenti
- Uso
- Tutta la pianta è velenosa, specialmente le bacche. La pianta ha in genere un sapore acre di pepe. Il contatto col succo provoca vesciche ed esantemi. Per ingestione si possono formare vesciche sulle labbra, sulla lingua e nella gola, irritazione gastrica, difficoltà nel deglutire, difficoltà nella respirazione, salivazione abbondante, diarrea, tachicardia ed altre aritmie cardiache, convulsioni, coma. Nella medicina popolare un preparato, polverizzando i tuberi, veniva usato come antielmintico (elimina svariati tipi di vermi o elminti parassiti) e antireumatico (attenua i dolori dovuti all'infiammazione delle articolazioni). Altre proprietà medicamentose: diaforetica (agevola la traspirazione cutanea), diuretica (facilita il rilascio dell'urina), espettorante (favorisce l'espulsione delle secrezioni bronchiali), purgante e vermifuga (elimina in particolare i vermi intestinali).
- Cucina
- Note
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